Declino cognitivo

Il declino cognitivo può presentarsi in diverse forme: lieve, moderato o grave. E’ un disturbo che si può manifestare con perdite di memoria o alterazioni della capacità di formulare pensieri. Quali sono le caratteristiche, sintomi e test di questo disturbo?

Definizione

Il declino cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI) è una condizione clinica caratterizzata da un peggioramento della funzione cognitiva, della memoria e del pensiero.1 Tale deficit, tuttavia, non interferisce con le abilità funzionali, consentendo una vita autonoma e indipendente2, sebbene talvolta sia necessario un maggiore sforzo. Circa il 16% degli anziani presenta un MCI senza necessariamente progredire a demenza; tuttavia, questa condizione costituisce un fattore di rischio perché la percentuale di individui che evolve da MCI a demenza o malattia di Alzheimer si aggira intorno al 12-15% rispetto al 1-2% di soggetti sani.3

Declino cognitivo lieve, moderato o grave: la differenza4

Il declino cognitivo può variare da una forma lieve, moderata o grave

  • declino cognitivo lieve: le persone possono iniziare a notare alterazioni nelle funzioni cognitive, come ad esempio memoria o attenzione, ma sono ancora in grado di condurre le loro attività quotidiane;
  • declino cognitivo moderato: le persone sono in grado di rispondere in maniera consistente alle domande circa le preferenze, le scelte e le decisioni sulla loro vita e di fornire risposte credibili e accurate alle domande circa i loro dati demografici.5
  • declino cognitivo grave: può portare alla perdita delle capacità di comprendere il significato o l’importanza di qualcosa e la capacità di parlare o scrivere con conseguente incapacità di vivere in maniera indipendente.

Sintomi del declino cognitivo: come riconoscerlo

In caso di declino cognitivo sono presenti deficit della memoria e/o del pensiero accertati mediante un’alterazione lieve o moderata nei test cognitivi.

Cause

Questo disturbo è da considerarsi un campanello di allarme per il possibile sviluppo di una forma di demenza. Tuttavia non tutti i pazienti con accertato declino cognitivo svilupperanno ulteriori patologie: gli studi stimano, infatti, che meno della metà della popolazione con lieve deficit cognitivo della memoria progredirà verso una forma di demenza.6 In alcuni casi tale declino può essere correlato anche a fattori traumatici o psichiatrici.

Le cause di queste disfunzioni possono essere molte e diverse tra loro:4

  • malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer,
  • la malattia di Parkinson e i parkinsonismi,
  • la sclerosi multipla,
  • disabilità correlate con lo sviluppo,
  • tumori cerebrali,
  • ictus,
  • traumi cranici.

Diagnosi e test

Il test per il declino cognitivo maggiormente raccomandato è la valutazione neuropsicologica.7 Infatti, il primo obiettivo del test per il declino cognitivo è di discriminare tra invecchiamento normale e declino cognitivo patologico;8 una volta confermata la presenza di declino cognitivo, sarà opportuno esaminare aspetti quali:8

  • attenzione: selettiva, divisa e sostenuta;
  • funzioni esecutive: pianificazione, memoria di lavoro, flessibilità mentale, inibizione, giudizio critico;
  • memoria: a breve e a lungo termine sia verbale che spaziale;
  • linguaggio: espressivo e ricettivo;
  • abilità percettivo-motoria: ad esempio abilità di progettare e di elaborare le informazioni visive;
  • cognizione sociale.

Un monitoraggio periodico delle tue funzioni cognitive può aiutarti a rilevare in maniera precoce eventuali segni di declino cognitivo lieve, chiedi consiglio al tuo medico per una valutazione e una diagnosi accurate.

Il declino cognitivo si può curare?

Al momento non vi sono farmaci per il decadimento cognitivo utili a trattarlo.7 Tuttavia, in caso di declino cognitivo, i rimedi per la gestione di questo disturbo includono:7

  • interventi cognitivi;
  • esercizi fisici.

Ad esempio, gli esercizi di resistenza e gli esercizi mente-corpo potrebbero portare numerosi benefici.9 Oltre all’attività fisica, anche l’integrazione della dieta con antiossidanti, come alcune vitamine, potrebbe avere un’azione positiva nelle persone con declino cognitivo.9

Quando inizia il declino cognitivo

Il declino cognitivo negli anziani è una condizione comune.2 In fase iniziale, il decadimento cognitivo può presentarsi intorno ai 50 anni sebbene alcune persone possano iniziare a manifestare un declino cognitivo da giovani mentre altre mostrano un declino cognitivo senile.10

Se hai il sospetto di avere un declino cognitivo lieve o sei un familiare/caregiver di una persona con sospetto declino cognitivo lieve è sempre opportuno consultare il proprio medico per una valutazione e una diagnosi accurate.

Come comportarsi in caso di declino cognitivo: farmaci e integratori

Al momento non esiste una terapia consolidata per la gestione del declino cognitivo lieve, tuttavia è possibile modificare il proprio stile di vita per adeguarsi ai cambiamenti a livello del pensiero che caratterizzano questo disturbo.11

Oltre alle modifiche dello stile di vita, è stato valutato anche il ruolo di alcuni integratori nella gestione del declino cognitivo lieve. Tra gli integratori per il decadimento cognitivo, quelli a base di vitamina B sembrano avere dei benefici nelle persone con declino cognitivo lieve.12 Tuttavia, prima di assumere integratori per il declino cognitivo è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

Declino cognitivo, demenza e Alzheimer: differenze e correlazioni

Esiste una differenza tra declino cognitivo e demenza?

Sia il declino cognitivo lieve che la demenza lieve sono caratterizzati da un oggettivo decadimento cognitivo.13 Le principali differenze tra decadimento cognitivo e demenza sono rappresentate dal coinvolgimento di più di un aspetto relativo alle attività intellettuali e di comprensione di una persona e da una sostanziale interferenza con le normali attività quotidiane.13

La malattia di Alzheimer, la tipologia più comune di demenza, è una malattia neurodegenerativa con decadimento progressivo nelle funzioni comportamentali e cognitive, incluse:14

  • la memoria;
  • la comprensione;
  • il linguaggio;
  • l’attenzione;
  • la capacità di ragionare o di giudizio.

Circa il 5-10% delle persone con declino cognitivo lieve avranno una progressione a malattia di Alzheimer.12

Accortezze da attuare

Anche in questo caso è consigliabile sottoporsi ad accertamenti medici specialistici, consultando dapprima il proprio medico di base e in seguito geriatra e/o neurologo per ulteriori accertamenti e per valutare le terapie più adatte. Risulta fondamentale agire tempestivamente poiché terapie precoci possono contribuire a preservare le funzioni cognitive dei pazienti.

Prevenzione

Circa il 40% dei casi di demenza può essere attribuito a fattori di rischio modificabili che possono essere gestiti mediante cambiamento del comportamento durante la mezza età.15

In generale ecco come prevenire il decadimento cognitivo

  • Prenditi cura della tua salute fisica: esegui gli screening raccomandati, tieni sotto controllo le malattie croniche, quali il diabete e l’ipertensione, e limita l’uso di alcolici.15,16
  • Mangia cibi sani: verdura, pesce, frutta secca, cereali integrali, legumi, frutta, carne magra e olio extra vergine di oliva possono supportare la salute del tuo cervello.15,16
  • Mantieniti fisicamente attivo. L’attività fisica regolare può aiutarti a prevenire o ritardare l’insorgenza di alcune malattie croniche e a migliorare il tuo equilibrio.15,16
  • Mantieni la tua mente attiva. Essere mentalmente impegnati potrebbe portare un beneficio al tuo cervello.15,16
  • Partecipa ad attività sociali. Essere connessi con altre persone può mantenere attiva la tua mente, così come fare volontariato può aiutarti a restare in salute.15,16

Presbiacusia e declino cognitivo

Con il termine presbiacusia ci si riferisce a una perdita dell’udito, da entrambe le orecchie (bilaterale), correlata con l’età.17 La riduzione dell’udito e il declino cognitivo sono due condizioni che spesso coesistono.18 Infatti, la riduzione della capacità uditiva negli anziani è stata correlata con un maggior rischio di sviluppare demenza, probabilmente a causa dei minori impulsi che giungono al cervello.19 L’atrofia del cervello rappresenta uno dei punti di legame tra declino cognitivo, declino cognitivo lieve, morbo di Alzheimer e perdita dell’udito.18

Oltre che nel declino delle funzioni cognitive, la presbiacusia ha un impatto anche in numerosi altri aspetti della quotidianità degli anziani, quali:19

• il coinvolgimento sociale;

• la mobilità fisica e l’attività;

• le cadute.

Infatti, le interazioni sociali possono rappresentare un problema per chi soffre di presbiacusia perché può essere difficile filtrare una conversazione dal rumore di fondo. Le difficoltà nelle comunicazioni possono favorire l’isolamento e la solitudine, che sono correlati con il declino cognitivo, oltre che rappresentare fattori di rischio di apatia e anche di depressione.18

Bibliografia

1. Portet, F. et al. Mild cognitive impairment (MCI) in medical practice: a critical review of the concept and new diagnostic procedure. Report of the MCI Working Group of the European Consortium on Alzheimer’s Disease. J. Neurol. Neurosurg. Psychiatry 77, 714–718 (2006).

2. Eshkoor, S. A., Hamid, T. A., Mun, C. Y. & Ng, C. K. Mild cognitive impairment and its management in older people. Clin. Interv. Aging 10, 687–693 (2015).

3. WHO. Evidence profile: cognitive impairment (disponibile a https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/342246/WHO-MCA-17.06.02-eng.pdf – ultimo accesso marzo 2023).

4. CDC. Cognitive impairment: a call for action, now! (disponibile a https://www.cdc.gov/aging/pdf/cognitive_impairment/cogimp_poilicy_final.pdf – ultimo accesso marzo 2023).

5. Feinberg, L. F. & Whitlatch, C. J. Are Persons With Cognitive Impairment Able to State Consistent Choices? The Gerontologist 41, 374–382 (2001).

6. Vanacore, N. et al. Dal mild cognitive impairment alla demenza: qual è il ruolo della sanità pubblica? Recenti Prog. Med. 108, 211–215 (2017).

7. Chen, Y.-X. et al. Diagnosis and Treatment for Mild Cognitive Impairment: A Systematic Review of Clinical Practice Guidelines and Consensus Statements. Front. Neurol. 12, (2021).

8. Regione del Veneto. Valutazione neuropsicologica a fini diagnostici (https://demenze.regione.veneto.it/io-sono/psicologo/valutazione-neuropsicologica-a-fini-diagnostici – ultimo accesso marzo 2023).

9. Xu, Z. et al. Comparative Effectiveness of Interventions for Global Cognition in Patients With Mild Cognitive Impairment: A Systematic Review and Network Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. Front. Aging Neurosci. 13, 653340 (2021).

10. UCSF Weill Institute. A Patient’s Guide to Mild Cognitive Impairment (MCI) (https://memory.ucsf.edu/sites/memory.ucsf.edu/files/wysiwyg/UCSF%20Dementia%20Patient%20Guide_MCI_11-3-17.pdf – ultimo accesso marzo 2023).

11. NIH. What Is Mild Cognitive Impairment? (https://www.nia.nih.gov/health/what-mild-cognitive-impairment – ultimo accesso marzo 2023).

12. Li, S., Guo, Y., Men, J., Fu, H. & Xu, T. The preventive efficacy of vitamin B supplements on the cognitive decline of elderly adults: a systematic review and meta-analysis. BMC Geriatr. 21, 367 (2021).

13. Knopman, D. S. & Petersen, R. C. Mild Cognitive Impairment and Mild Dementia: A Clinical Perspective. Mayo Clin. Proc. 89, 1452–1459 (2014).

14. Kumar, A., Sidhu, J., Goyal, A. & Tsao, J. W. Alzheimer Disease. in StatPearls (StatPearls Publishing, 2023).

15. Sabbagh, M. N. et al. Primary prevention recommendations to reduce the risk of cognitive decline. Alzheimers Dement. 18, 1569–1579 (2022).

16. NIH. Cognitive Health and Older Adults (https://www.nia.nih.gov/health/cognitive-health-and-older-adults – ultimo accesso marzo 2023).

17. Cheslock, M. & De Jesus, O. Presbycusis. StatPearls (2023).

18. Bisogno, A. et al. Hearing Loss and Cognitive Impairment: Epidemiology, Common Pathophysiological Findings, and Treatment Considerations. Life 11, 1102 (2021).

19. Fortunato, S. et al. A review of new insights on the association between hearing loss and cognitive decline in ageing. Acta Otorhinolaryngol. Ital. 36, 155–166.

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